domenica 15 settembre 2013

18 aprile 1948

Il 18 aprile 1948 avevo poco più di dieci anni.
Credo di ricordare, pur dopo tanto tempo, il clima di quei giorni. Due anni prima mio padre aveva votato "Repubblica" e mia madre "Monarchia", ma ora entrambi avrebbero votato DC e come loro gran parte dei parenti.
Fronte Democratico Popolare per tutti loro significava "comunista", comunista significava "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" (CCCP in cirillico, URSS in italiano) e URSS significava "ateismo di stato": assolutamente incopatibile con gente di fede.
C'era una specie di gioco dell'oca che illustrava le disastrose conseguenze di una vittoria del "Fronte", c'erano fogli di "bollini" con scudo crociato e motto "Libertas" da staccare e incollare come i francobolli, c'erano grandi e piccoli impegnati a incollarne ovunque il più possibile.
Sulla balconata della sede della Democrazia Cristiana, in Corso Palladio,  oltre a un grande simbolo di quel partito ce n'era anche uno simile a quello del Fronte Democratico Popolare: un grande cartello con la faccia di Garibaldi e il cartello girava fino a capovolgersi e la faccia di Garibaldi diventava quella di Stalin, le sopracciglia dell'uno diventavano i baffi dell'altro, la barba dell'uno i capelli dell'altro: indubbiamente non si vedeva più la faccia dell'eroe dei due mondi ma quella del  piccolo padre. Un modo esplicito per illustrare "se voti Fronte  voti  Stalin" e la cosa non poteva non preoccupare tutti coloro che non consideravano paradisiaci Russia e satelliti.

Come tutti sanno quella volta il FDP non vinse. Quando si seppe, zia Neta disse alla  sorella Teresa: "va da Fofi a comprare salata e faghe 'ah! ah!' ".  Tutti sapevano che Fofi la frutarola sicuramente non aveva e non avrebbe mai votato DC.

Nessun commento:

Posta un commento