RILETTURE
Col tempo alcune cose cambiano, altre no
Sull' argomento ho già scritto ripetutamente e inutilmente:
In sostanza chiedo se sia giusto che:
- si consideri il reddito dichiarato, notoriamente per molti non corrispondente al reddito reale, per concedere benefici economico-fiscali;
- si fissino massimali sotto i quali si hanno grossi benefici mentre con un solo euro in più non se ne ha nessuno, col risultato che chi dichiara un euro in meno può così disporre di molti euro in più;
- i massimali di reddito, ammesso che siano stabiliti con giusti criteri, rimangano immutati per decenni nonostante l'inflazione, diventando del tutto incoerenti con l'effettiva capacità d'acquisto e contributiva;
- i limiti di reddito per essere considerati a carico siano inferiori a quelli esenti da imposta, con la conseguenza che le spese sostenute da chi supera il primo ma non il secondo non sono detraibili nè da lui nè da un familiare;
- si prevedano agevolazioni fiscali sotto forma di credito d'imposta escludendo dai benefici proprio le persone con più basso reddito;
- le istruzioni fornite per la compilazione delle dichiarazione dei redditi richiedano specifica competenza in materia, inducano le persone comuni in errore, costringano a rivolgersi ai CAF per giustificarne il costo (esempio: "convivente" comunemente non significa "avente la stessa residenza anagrafica" ma che vive normalmente insieme);
- si consideri il reddito familiare per escludere da benefici ma non si consideri le spese familiari per goderne;
- la moglie non separata sia sempre e in ogni caso da considerare nel nucleo familiare quando la famiglia ne ha un danno (reddito familiare) mentre non lo è quando ne avrebbe un vantaggio se non a certe condizioni (reddito, residenza);
- la famiglia fondata sul matrimonio tutelata dalla Costituzione - per le norme su lamentate - sia fiscalmente penalizzata.
Alla
ministra per le pari opportunità vorrei far notare la discriminazione
esistente nei confronti delle donne che, come spesso è avvenuto in
passato, hanno dovuto o scelto di dedicarsi alla cura dei figli quando
i figli c'erano e le tutele mancavano. Queste donne si trovano a non
avere una pensione o ad avere una pensione molto bassa mentre il
marito ha dovuto lavorare di più ed avere trattenute progressivamente
più alte; non possono godere di crediti d'imposta e non possono quindi
godere di agevolazioni a causa della loro povertà mentre la famiglia
non può nemmeno godere di altri benefici a causa della ricchezza del marito: in gran parte dei casi penalizzare la famiglia equivale a penalizzarle.
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Nell' illusione che vengano presi i provvedimenti opportuni, quanto sopra è stato inviato a: urpdfp@funzionepubblica.it ; serep@pariopportunita.gov.it ; dpf.comist@finanze.it
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Nell' illusione che vengano presi i provvedimenti opportuni, quanto sopra è stato inviato a: urpdfp@funzionepubblica.it ; serep@pariopportunita.gov.it ; dpf.comist@finanze.it
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