Date a Cesare ..
Non solo di Roma, ma anche di Romano [Prodi] dovrebbe essere la Chiesa
Cattolica e ricordare ai fedeli due parabole: quella in cui si dice di
dare a Cesare quello che è di Cesare e quella del figliol prodigo, cioè
pagare le tasse e perdonare le dissipazioni.
Per decenni sono stato un convinto assertore del dovere morale di pagare imposte e tasse. Poi, una mattina, mi sveglio e trovo che nottetempo un tale aveva ben pensato di alleggerire il mio deposito bancario con un prelievo fiscale che a me sembra una rapina. Ora quel tale fa il ministro dell'interno, forse perchè ritenuto esperto in materia, anche se spesso meno si è esperti e più si è ministri. Un altro signore poi pensa che sia giusto farci pagare il biglietto d'ingresso nell'area Euro, che sicuramente avrà giovato a tutti ma a lui vale un buono stipendio e a me come a tanti lo svilimento del reddito reale. Più o meno ad ogni finanziaria un nuovo balzello si unisce ai precedenti e quelli occasionali restano ben oltre il ricordo dell'occasione che li ha originati. Mentre tutto aumenta, i limiti di reddito per beneficiare di una qualche agevolazione fiscale, magari originalmente congrui, rimangono immutati e superati da sempre maggiori quote di reddito, senza reale aumento della capacità contributiva ma con reale aumento delle entrate fiscali. Le imposte aumentano e la gente impoverisce ma il debito pubblico non cala e cresce il numero e l'indennità dei politici, il costo della pubblica amministrazione e la sua inefficienza, la durata dei processi, la sensazione di insicurezza, il numero di stranieri illegali, l'attesa per gli esami medici, la protervia dei raccomandati, la soddisfazione dei furbi, la prostrazione degli onesti e così via.
Se poi si hanno motivi per ritenere il fisco infido, costoso, iniquo, esoso, vessatorio, nemico, anche il più onesto dei cittadini finisce col fare quanto può per difendersi, giungendo a giustificare anche comportamenti furbeschi, considerandoli al massimo eccesso di legittima difesa. Se in una famiglia in cui madre e figli lavorano c'è un padre che spreca il suo tempo e il denaro della famiglia al bar, se per questo uno dei figli si rifiuta di contribuire alle spese famigliari, credo che entrambi siano condannabili ma più il padre del figlio. Troverei immorale che il padre, senza rinunciare al bere, chiedesse alla madre di rimproverare il figlio e solo una cattiva madre lo farebbe.
E la Chiesa cattolica, solitamente, vuole essere una buona madre.
Per decenni sono stato un convinto assertore del dovere morale di pagare imposte e tasse. Poi, una mattina, mi sveglio e trovo che nottetempo un tale aveva ben pensato di alleggerire il mio deposito bancario con un prelievo fiscale che a me sembra una rapina. Ora quel tale fa il ministro dell'interno, forse perchè ritenuto esperto in materia, anche se spesso meno si è esperti e più si è ministri. Un altro signore poi pensa che sia giusto farci pagare il biglietto d'ingresso nell'area Euro, che sicuramente avrà giovato a tutti ma a lui vale un buono stipendio e a me come a tanti lo svilimento del reddito reale. Più o meno ad ogni finanziaria un nuovo balzello si unisce ai precedenti e quelli occasionali restano ben oltre il ricordo dell'occasione che li ha originati. Mentre tutto aumenta, i limiti di reddito per beneficiare di una qualche agevolazione fiscale, magari originalmente congrui, rimangono immutati e superati da sempre maggiori quote di reddito, senza reale aumento della capacità contributiva ma con reale aumento delle entrate fiscali. Le imposte aumentano e la gente impoverisce ma il debito pubblico non cala e cresce il numero e l'indennità dei politici, il costo della pubblica amministrazione e la sua inefficienza, la durata dei processi, la sensazione di insicurezza, il numero di stranieri illegali, l'attesa per gli esami medici, la protervia dei raccomandati, la soddisfazione dei furbi, la prostrazione degli onesti e così via.
Se poi si hanno motivi per ritenere il fisco infido, costoso, iniquo, esoso, vessatorio, nemico, anche il più onesto dei cittadini finisce col fare quanto può per difendersi, giungendo a giustificare anche comportamenti furbeschi, considerandoli al massimo eccesso di legittima difesa. Se in una famiglia in cui madre e figli lavorano c'è un padre che spreca il suo tempo e il denaro della famiglia al bar, se per questo uno dei figli si rifiuta di contribuire alle spese famigliari, credo che entrambi siano condannabili ma più il padre del figlio. Troverei immorale che il padre, senza rinunciare al bere, chiedesse alla madre di rimproverare il figlio e solo una cattiva madre lo farebbe.
E la Chiesa cattolica, solitamente, vuole essere una buona madre.
Scritto il 08/08/2007
Faccia di bronzo
Faccia di bronzo: è' sicuramente una virtù dei politici. Da anni il
popolo sovrano denuncia i loro privilegi, ma essi fanno orecchie da
mercante e continuano a goderne e a crearsene di nuovi. Se l'esito di referendum
è contro i loro interessi, con ineffabile noncuranza lo ignorano o lo
aggirano. Io avvamperei di vergogna sentendo i fischi, guardando i
sondaggi, constatando l'impossibilità di fare qualcosa di buono o di
fare solo qualcosa e lascerei il posto a qualcun altro. Un grande
politico ostenta invece una sorridente faccia tosta, una formidabile
faccia "de tola" (di tavola, come dicono dalle mie parti) mentre il
resto deve essere di sughero, galleggiante. Alla faccia del popolo
sovrano, per il bene del Paese.
Scritto il 18/07/2007
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