sabato 6 giugno 2009

LA LEGGE SULLA SICUREZZA E IL NODO CLANDESTINI (il Giornale di Vicenza)

Se manca cade ogni prospettiva di qualità della vita

Gianfranco Dori (il Giornale di Vicenza)

  • Sabato 06 Giugno 2009
  • NAZIONALE,
  • pagina 44
L'esigenza fondamentale di garantire la sicurezza ai propri cittadini, minacciata sia all'interno che dall'esterno, è la base fondante dello stesso formarsi di uno Stato. A chi tocca garantirla? Può lo Stato delegare la tutela di questo diritto? La domanda diventa quasi retorica quando i cittadini, per norme costituzionali, hanno uguali diritti e doveri: vale il principio della sussidiarietà!
La legge approvata dal Parlamento sulla sicurezza non contiene forzature elettorali; si tratta di norme che danno organicità ad esigenze sostanzialmente condivise da una larghissima maggioranza di cittadini e anche da un'ampia rappresentanza politica.
Gli eccessi sono contenuti semmai nelle dichiarazioni alla stampa: in qualche troppo trionfante affermazione sulla bontà dei provvedimenti, e di contro in accuse al governo di nostalgie fasciste e di razzismo. È a questi eccessi che si è riferito il Presidente della Repubblica invitando tutti ad una maggior misura nelle parole. Le cosiddette ronde possono anche non piacere; è certo però che i problemi non si risolvono con le parole, ma con i fatti e le decisioni. In Italia l'immigrazione clandestina è un gravissimo problema cui finora nessuno voleva metter mano. Verificare l'asilo politico è sacrosanto; ma chiedersi nel contempo dove va l'immigrato clandestino, come vive e di cosa, da chi viene reclutato, è doveroso compito di un governo responsabile.
Il Nordest ha integrato migliaia di famiglie di immigrati dando lavoro, casa, scuola, sanità; nessuno può pretendere di insegnargli come ci si comporta in una società già multietnica. Le battute possono trovare il tempo che trovano e alcune possono essere considerate pessime; ma le linee politiche in tema di presenza sul territorio vanno condotte con serietà in termini di sicurezza. Proviamo a farci sorprendere senza un documento d'ingresso in qualsiasi altro Paese del mondo. Con i disperati abbiamo dimostrato di essere generosi e ospitali, ed è forse questo che ha fatto del nostro Paese un paradiso per tutti gli immigrati, meritevoli e non. Ma la disperazione porta a comportamenti disperati. E' di questi comportamenti che la gente ha paura e si è stancata. Non c'è bisogno di alimentare la paura: basta leggere giornalmente le cronache locali o ascoltare i telegiornali per essere dalla parte della gente.
Chi ci governa, a livello nazionale o localmente, ha il dovere di dare sicurezza ai propri amministrati; se manca la sicurezza cade ogni prospettiva di dare o migliorare la qualità di vita per tutti: tanto per i cittadini italiani quanto per i nuovi arrivati.

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