Mercoledì 29 Giugno 2011 LETTERE Pagina 62
MAGISTRATI«Qualcuno
dà l'idea
di essere
schierato
politicamente»
Pur non essendo un esperto di codici e di legge, ho letto con attenzione l'articolato ragionamento del dottor Dario Crestani, riportato mercoledì 25 maggio nella rubrica Dura Lex Sed Lex a pag. 62. Sappiamo che alcuni politici, il premier Berlusconi in testa, hanno avanzato la proposta di creare una commissione parlamentare che possa esaminare il comportamento di qualche magistrato, ritenuto a torto o a ragione non super partes: il dottor Crestani asserisce che questa proposta è incostituzionale e avvalora il suo giudizio con una serie di riferimenti alla Carta Costituzionale e di ragionamenti tecnicamente accettabili, come del resto ci si aspetta da chi ha alle spalle una lunga ed onorata carriera di uomo di legge.
Sono convinto che anche fra la gente comune (non solo fra gli uomini di leg! ge) ci sia la capacità di giudicare le cose col buonsenso. È per questo che mi permetto di fare qualche osservazione sull'impostazione data al problema dal dottor Crestani. Siamo tutti d'accordo, penso, che la Costituzione prevede un ordinamento dello Stato basato sulla separazione dei tre poteri principali: legislativo, esecutivo e giudiziario. Nello stesso tempo l'uomo di legge fa capire che solo la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Mi sembra che questa non sia una corretta interpretazione della volontà dei padri costituenti. Diciamo piuttosto che un po' alla volta è il potere giudiziario ad avere invaso il terreno degli altri due poteri, con il culmine raggiunto ai tempi di Mani Pulite, quando si sono eliminate alcune forze politiche, colpendo indiscriminatamente nel mucchio colpevoli e non colpevoli.
Non riesco a capire il filo logico di un ragionamento del dottor Crestani: ! 47;È difficile ritenere ammissibile - ha scritto - che il! potere legislativo possa indagare sul potere giudiziario. Così come sarebbe certamente inammissibile che l'autorità giudiziaria aprisse un'indagine sull'attività del parlamento o del governo come istituzioni. Il ragionamento sottintende che governo e parlamento mirassero a processare la Magistratura come istituzione e non ad esaminare i comportamenti di alcuni singoli magistrati, che danno l'impressione di essere schierati politicamente. A me, invece, sembra difficile credere che persone esperte di legge (e sicuramente in buona fede) possano non riconoscere che, almeno in parte, ci sono alcuni magistrati arruolati armi e bagagli nella lotta politica; altri invece commettono mancanze gravi e non vengono puniti.
Sulla fiducia che il Consiglio Superiore della Magistratura abbia la volontà di sanzionare quei pochi magistrati che agli occhi della gente comune non hanno fatto il loro dovere, vorrei porre al dottor Crestani alcune domande ! che gli avevo posto ancora il 24 novembre 2009 (Giornale di Vicenza pag. 58) e alle quali non ho avuto risposta.
Qualcuno ha pagato per il danno all'immagine dell'Italia procurato dall'incauto invio di un avviso di garanzia al premier nel 1994, mentre a Napoli presiedeva un convegno internazionale? Quanti sono e chi li ha pagati i miliardi spesi per risarcire le persone innocenti incarcerate per marchiani errori o dimenticanze di qualche magistrato?
Perché la classe (oppure casta) dei magistrati si considera sopra la Legge e non al servizio della Legge, nonostante un referendum popolare si sia espresso in senso contrario? Perché? Perché? Perché?. Si potrebbe andare ancora avanti con molti altri perché?.
Pieraldo Ferracin
Villaverla
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