Domenica 18 Settembre 2011 PRIMAPAGINA Pagina 1
L'italiano medio
L'italiano medio - quello che osserva i fatti della vita senza il paraocchi dell'ideologia, del pregiudizio o della faziosità partitica - assiste basìto alle cronache degli ultimi tempi. E giunge all'amara constatazione che sia largamente diffusa la convinzione di poterlo facilmente prendere per i fondelli.
Le telefonate del Presidente del Consiglio con il suo compagno di bagordi Tarantini, ad esempio, non aggiungono nulla di nuovo a quanto già si sapeva: l'uomo è contento - come spiega efficacemente al telefono con linguaggio forbito - se «gira la patonza». Berlusconi continua a ripetere - non senza qualche ragione - che non c'è nulla di illecito in tutto ciò: ma è sconcertante che non si renda conto che il problema non sta nella (presunta) illegalità di certi comportamenti, ma nel fatto che il Presidente del Consiglio italiano tr! ascorra al telefono più tempo con i Tarantini, i Lele Mora e centinaia di squinzie che con la Merkel, Sarkozy e gli altri capi di governo impegnati a salvare la baracca mondiale che sta crollando.
L'italiano medio - quello che non è legato a nessun carro - si sente preso per i fondelli anche da certi magistrati che rifiutano sdegnati l'ipotesi che ci sia un disegno politico dietro certe inchieste, e per i quali è una cosa normale in un Paese democratico la registrazione di centomila (centomila!) intercettazioni per un'inchiesta su una presunta induzione alla prostituzione. L'italiano medio pensa che arriverà il giorno in cui Berlusconi non sarà più un alibi utile a non affrontare lo sfascio del nostro sistema giudiziario.
L'italiano medio (e perfino il padano medio) si sente preso per i fondelli dal capo del partito che doveva rivoluzionare il Paese a colpi di federalismo, riforme e tagli agli sprechi, e che è ridotto a difendere le ! Province, le Comunità montane, i micro enti del sottobosc! o politico perché sono sì poltrone inutili, ma ci sono seduti i fedelissimi e lui ha già il problema di piazzare il figlio Trota per doversi occupare anche del destino di altre migliaia di persone come ad esempio l'ex ministro Castelli, quello che si lamenta per essere «diventato povero dopo aver fatto politica, dovendo accontentarsi di 145 mila euro l'anno». Testuale.
L'italiano medio si sente preso per i fondelli da Bersani, Di Pietro, Vendola, che dopo 15 anni propongono per il dopo-Berlusconi la rinascita dell'Ulivo. E resta in attesa di veder ricomparire Diliberto, Pecoraro Scanio, Visco e compagnia tassante. Magari anche Prodi: così, giusto per far recuperare qualche voto al centrodestra.
L'italiano medio si convince che anche gli organismi dello Stato lo credano un fesso. Ad esempio quando l'Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza annunciano ogni settimana i risultati di una spettacolare operazione antievasione. È un lav! oro che merita il plauso: ma davvero credono che l'italiano medio si beva il fatto che solo a Vicenza si cerchi il modo di pagare meno tasse? E che siano solo singolari coincidenze il fatto che a Roma si vara una manovra basata a parole sulla lotta all'evasione, o il fatto che a Vicenza la Finanza ha fatto pulizia in casa propria e ora deve dimostrare che il marcio non c'è più? L'italiano medio si domanda: se tutto emerge solo a Vicenza, vuol forse dire che nel resto d'Italia c'è ancora del marcio?
L'italiano medio si è fatto l'idea che tutti lo credano fesso. Invece è solo inevitabilmente, clamorosamente, fortunatamente estraneo e superiore a tutto questo. E perciò terribilmente e pericolosamente infuriato e sfiduciato.
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