Il Giornale di Vicenza Clic
sabato 28 gennaio 2012 – REGIONE – Pagina 15
LA SFIDA A ROMA. L´eurodeputata leghista: «L´iter ha già funzionato»
«Ecco il modo
per fare abolire
il canone Rai»
per fare abolire
il canone Rai»
Bizzotto ha preparato una “Petizione europea” «Servono firme per fare ´peso´, poi l´Ue interviene»
Piero Erle
PADOVA
Mara Bizzotto e il suo staff a Bruxelles l´hanno studiata a fondo, la mossa. E sono sicuri che arriverà al traguardo. Se così fosse, sarà un vero e proprio botto. Perché significa che saranno niente meno che l´Europarlamento e la Commissione europea a sancire che la Rai è un´azienda che «non svolge la sua missione di offrire un servizio pubblico» e quindi non ha alcun diritto di chiedere ai cittadini di pagare la tassa chiamata “canone”.
PETIZIONE ALL´UE. La mossa dell´eurodeputata vicentina della Lega nord è semplice, ma sicuramente rivoluzionaria: presentare al Parlamento di Bruxelles una “Petizione europea per chiedere l´abolizione del canone Rai”. E che la strada sia percorribile, spiega, l´ha già dimostrato un altro caso eclatante: quello dei rifiuti di Napoli. La petizione presentata in quel caso ha portato l´Europa a mettere s! palle al muro il Governo italiano. Ed è convinta che anche in questo caso si potrà arrivare allo stesso risultato per far cancellare «la tassa più odiata dagli italiani. Lo Stato italiano non abolirà mai il canone Rai, perché è una sua creatura: ci vuole un´altra strada per giungere al risultato, e noi ne abbiamo trovata una inedita che funzionerà».
VIA ALLA RACCOLTA FIRME “PESANTI”. Dal 1° febbraio inizia quindi una raccolta firme «che non è la solita banale iniziativa contro il Canone Rai, perché questa volta la procedura ha un suo sbocco preciso. I moduli si trovano anche nel sito www.marabizzotto.it e in tutte le sedi del comitato Clirt, ma poi abbiamo bisogno di firme autentiche - spiega l´eurodeputata leghista - perché saranno poi presentate a Bruxelles: devono farcele arrivare alla mia sede di Bassano o appunto al comitato. Attiveremo con il Clirt anche banchetti e gazebo di raccolta. Il nostro obiettivo è presentarci a Bru! xelles in giugno, ed è chiaro che più firme avremo raccolto ! più avremo “peso” nell´ottenere una risposta dall´Europa». All´Europarlamento esiste infatti una specifica “Commissione per le petizioni” «che sulla base di motivazioni tecnico-giuridiche decide l´ammissibilità del testo presentato. Scatta così l´iter che porta a pronunciarsi il Parlamento europeo in seduta plenaria, e poi la Commissione europea a formulare una “decisione” che apra la procedura di infrazione e porti lo Stato a rimuovere finalmente il canone Rai».
«LA RAI NON SVOLGE LA SUA MISSIONE PUBBLICA». La petizione è di sei pagine ed è stata studiata a fondo, spiega Mara Bizzotto assieme a Antonella Del Pizzo, per rispondere ai requisiti europei. In sostanza, il documento porta a Bruxelles prove concrete per sostenere che «la Rai non realizza la missione di interesse pubblico» affidatale dallo Stato italiano. Perché ora che c´è il digitale non copre fette del territorio italiano! (nell´Alto Vicentino ce ne sono prove concrete). E perché «non garantisce “libertà, pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità di informazione»: la petizione cita casi specifici dovuti alla lottizzazione compiuta dai partiti e anche una “class action” lanciata da Federconsumi. E poi perché «non adempie alla sua missione educativa» (e i commissari europei troveranno citati altri casi specifici). Ma soprattutto la petizione punta su un tema che sta molto a cuore all´Europa: la libera concorrenza. «La Rai - è l´accusa della petizione - utilizza l´aiuto di Stato per finanziare attività che non apportano valore aggiunto in termini di soddisfacimento delle esigenze sociali, democratiche e culturali della società». E con l´operazione “Tivù Sat” «ha intrapreso attività che hanno alterato le condizioni degli scambi e della concorrenza della comunità».
«ELIMINARE TUTTO».La petizione chiede! quindi di aprire procedura di infrazione, l´abolizione del canon! e e anche «la restituzione dell´indebito finanziamento» pubblico. La sfida è lanciata.
PADOVA
Mara Bizzotto e il suo staff a Bruxelles l´hanno studiata a fondo, la mossa. E sono sicuri che arriverà al traguardo. Se così fosse, sarà un vero e proprio botto. Perché significa che saranno niente meno che l´Europarlamento e la Commissione europea a sancire che la Rai è un´azienda che «non svolge la sua missione di offrire un servizio pubblico» e quindi non ha alcun diritto di chiedere ai cittadini di pagare la tassa chiamata “canone”.
PETIZIONE ALL´UE. La mossa dell´eurodeputata vicentina della Lega nord è semplice, ma sicuramente rivoluzionaria: presentare al Parlamento di Bruxelles una “Petizione europea per chiedere l´abolizione del canone Rai”. E che la strada sia percorribile, spiega, l´ha già dimostrato un altro caso eclatante: quello dei rifiuti di Napoli. La petizione presentata in quel caso ha portato l´Europa a mettere s! palle al muro il Governo italiano. Ed è convinta che anche in questo caso si potrà arrivare allo stesso risultato per far cancellare «la tassa più odiata dagli italiani. Lo Stato italiano non abolirà mai il canone Rai, perché è una sua creatura: ci vuole un´altra strada per giungere al risultato, e noi ne abbiamo trovata una inedita che funzionerà».
VIA ALLA RACCOLTA FIRME “PESANTI”. Dal 1° febbraio inizia quindi una raccolta firme «che non è la solita banale iniziativa contro il Canone Rai, perché questa volta la procedura ha un suo sbocco preciso. I moduli si trovano anche nel sito www.marabizzotto.it e in tutte le sedi del comitato Clirt, ma poi abbiamo bisogno di firme autentiche - spiega l´eurodeputata leghista - perché saranno poi presentate a Bruxelles: devono farcele arrivare alla mia sede di Bassano o appunto al comitato. Attiveremo con il Clirt anche banchetti e gazebo di raccolta. Il nostro obiettivo è presentarci a Bru! xelles in giugno, ed è chiaro che più firme avremo raccolto ! più avremo “peso” nell´ottenere una risposta dall´Europa». All´Europarlamento esiste infatti una specifica “Commissione per le petizioni” «che sulla base di motivazioni tecnico-giuridiche decide l´ammissibilità del testo presentato. Scatta così l´iter che porta a pronunciarsi il Parlamento europeo in seduta plenaria, e poi la Commissione europea a formulare una “decisione” che apra la procedura di infrazione e porti lo Stato a rimuovere finalmente il canone Rai».
«LA RAI NON SVOLGE LA SUA MISSIONE PUBBLICA». La petizione è di sei pagine ed è stata studiata a fondo, spiega Mara Bizzotto assieme a Antonella Del Pizzo, per rispondere ai requisiti europei. In sostanza, il documento porta a Bruxelles prove concrete per sostenere che «la Rai non realizza la missione di interesse pubblico» affidatale dallo Stato italiano. Perché ora che c´è il digitale non copre fette del territorio italiano! (nell´Alto Vicentino ce ne sono prove concrete). E perché «non garantisce “libertà, pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità di informazione»: la petizione cita casi specifici dovuti alla lottizzazione compiuta dai partiti e anche una “class action” lanciata da Federconsumi. E poi perché «non adempie alla sua missione educativa» (e i commissari europei troveranno citati altri casi specifici). Ma soprattutto la petizione punta su un tema che sta molto a cuore all´Europa: la libera concorrenza. «La Rai - è l´accusa della petizione - utilizza l´aiuto di Stato per finanziare attività che non apportano valore aggiunto in termini di soddisfacimento delle esigenze sociali, democratiche e culturali della società». E con l´operazione “Tivù Sat” «ha intrapreso attività che hanno alterato le condizioni degli scambi e della concorrenza della comunità».
«ELIMINARE TUTTO».La petizione chiede! quindi di aprire procedura di infrazione, l´abolizione del canon! e e anche «la restituzione dell´indebito finanziamento» pubblico. La sfida è lanciata.
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