Il Giornale di Vicenza Clic
sabato 10 dicembre 2011 – REGIONE – Pagina 8
IL CASO. La Giunta regionale, su iniziativa del governatore, ha messo in mora lo Stato. La legge di stabilità configurerebbe un palese squilibrio
Scuole materne, Veneto contro Italia
Gli istituti paritari per l´infanzia ricevono la metà dei contributi delle strutture pubbliche. Zaia: «Sperequazione inaccettabile»
LUCA ZAIA
LUCA ZAIA
VENEZIA
Ci aveva provato quest´estate l´assessore regionale Remo Sernagiotto a mettere il dito nella piaga sulla questione delle scuole materne parificate. Numeri alla mano, Sernagiotto dimostrava, in maniera provocatoria, che sarebbe stato conveniente addirittura chiudere le materne statali. «Le paritarie autonome - spiegava - gestiscono oltre 90 mila bambini a un costo pro capite di 2.800 euro, mentre quelle comunali seguono 6.500 iscritti a 5.120 euro l´uno, e quelle statali ne hanno oltre 45 mila a 6.300 euro a testa. «Ecco perchè vorrei eliminare le statali - sparava Sernagiotto - o il ministro mi dà retta o avvierò una battaglia campale per far passare questo modello».
Il ministro Gelmini, malgrado le promesse di interessamento, non ha fatto in tempo a spingere questo concetto e adesso il Veneto mette in mora lo Stato proprio sulla questione delle scuole paritarie per l´infanzia, che costituiscono il 68 ! per cento del totale presente nel territorio regionale rispetto al 32 per cento di scuole pubbliche.
La giunta regionale, su iniziativa del presidente Luca Zaia che l´aveva preannunciata all´incontro organizzato in novembre dalla Conferenza Episcopale del Triveneto, ha infatti dato incarico alle competenti strutture dell´analisi giuridica della normativa in materia, con lo scopo di individuare eventuali profili di illegittimità costituzionale poter ricorrere avanti la Corte Costituzionale nei confronti dello Stato contro la Legge di stabilità 2012. L´eventuale ricorso alla Corte Costituzionale sarà patrocinato dal professor Mario Bertolissi dell´Università di Padova.
«La scuola dell´infanzia - ha sottolineato Zaia - costituisce una tappa fondamentale nel percorso formativo dei bambini e svolge un importante ruolo di supporto alle famiglie. In Veneto, a differenza di altre Regioni, questo ruolo essenziale è svolto da 1.183 scuo! le paritarie con ben 94.500 alunni, mentre gli istituti statal! i accolgono 45 mila frequentanti. La consistenza dei dati e il fatto che in molte zone della regione non c´è alternativa alla scuola paritaria, pone la questione del rispetto del principio di parità di trattamento delle famiglie venete in riferimento al principio sulla parità di accesso al diritto allo studio».
«Le nostre scuole dell´infanzia paritarie, inoltre, hanno registrato negli ultimi anni un grave stato di sofferenza finanziaria - ha aggiunto Luca Zaia - e denunciano evidenti sperequazioni rispetto alle scuole dell´infanzia statali: a fronte di 3.200 euro pro capite di media nazionale, il Veneto riceve solo 1.900 euro, come se il servizio garantito dalla Regione Veneto fosse erogato con un costo pari a circa la metà di quello fornito dallo Stato. Per contro, il dato contabile della quota pro capite risulta nettamente antitetico rispetto alla qualità ed efficienza del servizio erogato. A fronte di questa situazione, la Legge statale di sta! bilità autorizza "la spesa di 242 milioni di per il 2012" ma, anzichè definire le finalità dell´impegno finanziario, fa riferimento ad una norma dichiarata incostituzionale nel 2006 - ha concluso Zaia - ponendo una concreta ipoteca sull´effettiva attuabilità della disposizione di cui si tratta».
Ci aveva provato quest´estate l´assessore regionale Remo Sernagiotto a mettere il dito nella piaga sulla questione delle scuole materne parificate. Numeri alla mano, Sernagiotto dimostrava, in maniera provocatoria, che sarebbe stato conveniente addirittura chiudere le materne statali. «Le paritarie autonome - spiegava - gestiscono oltre 90 mila bambini a un costo pro capite di 2.800 euro, mentre quelle comunali seguono 6.500 iscritti a 5.120 euro l´uno, e quelle statali ne hanno oltre 45 mila a 6.300 euro a testa. «Ecco perchè vorrei eliminare le statali - sparava Sernagiotto - o il ministro mi dà retta o avvierò una battaglia campale per far passare questo modello».
Il ministro Gelmini, malgrado le promesse di interessamento, non ha fatto in tempo a spingere questo concetto e adesso il Veneto mette in mora lo Stato proprio sulla questione delle scuole paritarie per l´infanzia, che costituiscono il 68 ! per cento del totale presente nel territorio regionale rispetto al 32 per cento di scuole pubbliche.
La giunta regionale, su iniziativa del presidente Luca Zaia che l´aveva preannunciata all´incontro organizzato in novembre dalla Conferenza Episcopale del Triveneto, ha infatti dato incarico alle competenti strutture dell´analisi giuridica della normativa in materia, con lo scopo di individuare eventuali profili di illegittimità costituzionale poter ricorrere avanti la Corte Costituzionale nei confronti dello Stato contro la Legge di stabilità 2012. L´eventuale ricorso alla Corte Costituzionale sarà patrocinato dal professor Mario Bertolissi dell´Università di Padova.
«La scuola dell´infanzia - ha sottolineato Zaia - costituisce una tappa fondamentale nel percorso formativo dei bambini e svolge un importante ruolo di supporto alle famiglie. In Veneto, a differenza di altre Regioni, questo ruolo essenziale è svolto da 1.183 scuo! le paritarie con ben 94.500 alunni, mentre gli istituti statal! i accolgono 45 mila frequentanti. La consistenza dei dati e il fatto che in molte zone della regione non c´è alternativa alla scuola paritaria, pone la questione del rispetto del principio di parità di trattamento delle famiglie venete in riferimento al principio sulla parità di accesso al diritto allo studio».
«Le nostre scuole dell´infanzia paritarie, inoltre, hanno registrato negli ultimi anni un grave stato di sofferenza finanziaria - ha aggiunto Luca Zaia - e denunciano evidenti sperequazioni rispetto alle scuole dell´infanzia statali: a fronte di 3.200 euro pro capite di media nazionale, il Veneto riceve solo 1.900 euro, come se il servizio garantito dalla Regione Veneto fosse erogato con un costo pari a circa la metà di quello fornito dallo Stato. Per contro, il dato contabile della quota pro capite risulta nettamente antitetico rispetto alla qualità ed efficienza del servizio erogato. A fronte di questa situazione, la Legge statale di sta! bilità autorizza "la spesa di 242 milioni di per il 2012" ma, anzichè definire le finalità dell´impegno finanziario, fa riferimento ad una norma dichiarata incostituzionale nel 2006 - ha concluso Zaia - ponendo una concreta ipoteca sull´effettiva attuabilità della disposizione di cui si tratta».
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