venerdì 2 dicembre 2011

Adesso basta cattivi esempi

Il Giornale di Vicenza Clic
venerdì 02 dicembre 2011 – PRIMAPAGINA – Pagina 1
Adesso basta
cattivi esempi
Forse Lorsignori non hanno ancora capito che la piccola, grande questione dei vitalizi sarà l´ultimo banco di prova della loro serietà.
Non hanno capito che, a fronte dei pesanti sacrifici che si prospettano per il cittadino-comune-mortale in procinto di pensione, e che dovrà invece inseguire il sogno di anno in anno dopo aver versato decenni di contribuzione, l´annunciata modifica del trattamento riservato agli onorevoli in Parlamento appare semplicemente ridicola. Certo, finirà (finirà?) lo sconcio di periodi offensivi (un tempo bastava un giorno solo di legislatura!) previsti per guadagnarsi il diritto alla previdenza vita natural durante. Così come finirà la vergogna della soglia bassissima di età minima richiesta quale requisito per poter incassare subito l´assegno d´oro. Dal prossimo gennaio - giurano i legislatori - occorreranno almeno sessant´anni d´età e cinque di attività passata tra i ! banchi per poter invecchiare economicamente in pace. Il che resta comunque imparagonabile rispetto ai quarant´anni di lacrime e sangue prospettati per tutti gli altri italiani, e con l´ipotesi degli almeno 65 anni di fatica per tutti prima di lasciare il lavoro. L´onorevole vitalizio resterà un privilegio incomprensibile e intollerabile, nonostante le ultime rassicurazioni di cambiamento anticipate dalle presidenze di Camera e Senato. Il Parlamento avrebbe dovuto e dovrebbe fare quel che ha già fatto la regione Emilia-Romagna: abolire il vitalizio dei suoi consiglieri fin dalla prossima legislatura. Abolirlo, non decurtarlo o cercare di renderlo più soave agli occhi degli italiani. Anche perché ai 945 onorevoli (più i senatori a vita) non mancano i mezzi né le informazioni su come farsi una pensione integrativa o assicurativa. Invece assistiamo all´assurdo. Pare che un folto gruppo di parlamentari sia addirittura pronto a una sorta di disubbidi! enza di massa: dimettersi dalle Camere di appartenenze prima d! el 31 dicembre di quest´anno, in modo da poter ancora godere del generoso trattamento in vigore. Non solo. Qualcuno già azzarda un possibile ricorso contro lo Stato per il supposto «cambiamento in corsa» delle regole. Come se il diritto a fare casta fosse immutabile: poiché ieri i parlamentari andavano in pensione ancora giovani e con contributi irrisori, qualunque correzione «in peggio» sarebbe incostituzionale.
Da non credere! Si spera che deputati e senatori, i quali dovranno presto approvare col voto lo sforzo di risanamento immenso, ma necessario del governo-Monti, avranno l´accortezza di non esagerare. Di non esagerare nell´indifendibile difesa di ingiustizie sociali, di iniquità che nessuna società moderna può più tollerare. Chi si prepara a chiedere misure pesantissime, e non solo in campo previdenziale, deve dare il primo esempio.

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