mercoledì 17 ottobre 2012

«Ho rischiato di essere pestato per nulla»

Il Giornale di Vicenza Clic
mercoledì 17 ottobre 2012 – LETTERE – Pagina 62
MONTECCHIO M.
«Ho rischiato
di essere
pestato
per nulla»
A volte ti capita di fare una strada del tuo paese, che fai sempre, e trovarti bloccato da un camion. Allora parcheggi e ti avvii a piedi perché tanto non hai fretta e dovevi solo andare al bar lì vicino per incontrare tuo fratello e tuo cugino per un caffè e per un saluto.
Ma quando passi a piedi vicino a quel camion ti accorgi che c´era spazio per tutti e poteva benissimo parcheggiare in modo da lasciare libero il passaggio. Così vedi una delle persone che sta scaricando e gentilmente gli fai notare che sta bloccando la strada quando bastava solamente restare un poco più a sinistra. Ma mentre uno ti risponde che hanno da fare solo cinque minuti, un´altra persona che stava scaricando il camion ti ordina di fare il giro dall´altra parte e ti apostrofa con sfida che lì è casa sua. Allora tu rispondi gentilmente che bastava solamente parcheggiare meglio e fai notare che nel frattempo è sopraggiunta un´altra au! to che non poteva passare. Ma non fai in tempo a finire la frase perché l´altro inizia a inveire verso di te urlandoti che sei un frocio, che sei un co...one, poi ti si avvicina minacciandoti e dicendoti che se si leva la giacca sei finito e si allontana pronunciando frasi in arabo chiaramente offensive ma che tu non puoi capire. Così non puoi fare a meno di notare che forse non sono cittadini italiani anche se l´italiano lo parlano benissimo e la tua mente corre veloce a pensare a tutte le notizie che leggi nei giornali sulle risse, violenze, accoltellamenti che sono scaturite per futili motivi. Poi pensi che a casa hai una famiglia e due bambini piccoli e ti chiedi se anche la persona che ti sta aggredendo abbia una famiglia e dei figli.
Poi pensi a cosa sarebbe successo se invece di essere in Italia ti fossi trovato nel Paese di origine di quelle persone e come avrebbero reagito loro in quel caso, ma continui a essere offeso ed a un certo punto sei salvato dal pestaggio dall´amico del tuo aggressore che a malapena riesce a trattenerlo.
Poi l´amico del tuo aggressore ti si avvicina e chiede scusa ma la paura ormai ti è entrata dentro. La violenza gratuita e le minacce, le offese, tutto ti induce a pensare ad una sola cosa: perché? Così entri al bar, ti bevi il tuo caffè con le mani che ti tremano e poi esci e ti fermi ai bordi della piazza a riflettere con tuo fratello e tuo cugino e l´amico buono del tuo aggressore che ti fa nuovamente le sue scuse e ti dice che al tuo aggressore è appena morta la nonna.
Ma non fai in tempo a calmarti che l´altro torna alla carica e di nuovo ti piovono addosso le sue ingiurie e le sue minacce e di nuovo il suo amico a stento ti salva dal pestaggio. Questa volta tu rimani fermo, senza arretrare, con lo sguardo fisso verso quegli occhi iniettati di sangue e quei pugni serrati che ti vogliono colpire ed ascolti attonito quelle parole che ti offendono. E se invece della nonna, supponendo che questa sia la causa della sua ira, gli fosse morta la madre, o la moglie, o un figlio... forse avrebbe scaricato il camion con un mitragliatore in mano e una cintura di esplosivo addosso ?
Queste sono alcune delle persone che il nostro Paese ogni giorno accoglie, alle quali dà un lavoro e una casa. In cambio alcuni di loro ci trattano con arroganza e superiorità, ti minacciano e ti fanno sentire indifeso a casa tua: non a Milano, non a Palermo o a Napoli ma in piazza a Montecchio Maggiore un sabato mattina quando volevi semplicemente bere un caffè con tuo fratello e tuo cugino prima di andare a scuola a prendere la tua figlia.
Andrea Lotto




Nessun commento:

Posta un commento