RILETTURE
Col tempo alcune cose cambiano, altre no
Sembra
che i mali dell'Italia derivino tutti dalla legge elettorale. Che la
maggioranza sia formata da un coacervo di partiti, che il programma di
riferimento giustifichi richieste contrapposte e liti continue, che ci
sia accordo solo su conservare il potere ed evitare di cederlo ad
altri, che lo scarto di voti sia stato percentualmente rilevabile
ricorrendo a due cifre decimali non ha alcuna rilevanza o è colpa della
legge, che fra l'altro non ha consentito una solida maggioranza al
Senato senza maggioranza di voti e ha abolito il voto di preferenza.
A quanto so, la diversa formazione del Senato è prevista dalla Costituzione e non mi pare che sia colpa di questa Legge se anzichè accelerare il passaggio da un bicameralismo perfetto a un sistema parlamentare più efficiente si è voluto buttar via quanto fatto in tal senso. Merito di questa legge è invece avere regalato alla maggioranza un numero supplementare di deputati, che le ha permesso non di poter governare ma di arrogarsi il diritto di comportarsi come se rappresentasse la stragrande maggioranza degli italiani, anzi la totalità con le sue beghe interne, come se non esistesse una minoranza da rispettare e ascoltare, per quanto piccola fosse.
E' sicuramente giusto che gli elettori possano scegliere nominativamente i loro rappresentanti, sebbene personalmente non abbia mai indicato preferenze, semplicemente perchè non conoscevo sufficientemente le qualità dei candidati per poterlo fare. Si dice anche che la preferenza serve a non eleggere personaggi negativi, ma in questo caso non indicarne il nome scegliendo un altro o non scegliendo alcuno è pressocchè equivalente. A quanto ricordo le liste sono sempre state formate dai partiti, non so con quali criteri, ma ero e sono convinto che tutti, una volta eletti, si comportano come gli altri e come quelli che li hanno preceduti: da "eletti", da privilegiati ossia, con termine attuale, da casta. Per questo mi limitavo a votare in opposizione a quei partiti i cui programmi erano decisamente in contrasto con le mie idee.
Nel sistema uninominale persona e partito coincidono. Si può scegliere la persona o il partito, ma comunque, in caso di vittoria, viene eletta quella persona. Diversamente con le liste si può avere simpatia per la persona e non per la lista e viceversa, ma votando per la persona si favorisce sicuramente la lista senza alcuna garanzia che in caso di vittoria la persona venga eletta. Per questo non trovo scandaloso che nelle liste siano fissate a priori le graduatorie per l'elezione. Si sceglierà la lista fatta meglio riferendosi alle persone o quella con il programma più consono alle proprie posizioni politiche, confidando che i partiti abbiano voluto e saputo scegliere i migliori per attuarle. Se invece vi è possibilità di indicare più preferenze si può scegliere chi più piace e la graduatoria sarà data dalle preferenze. Per evitare la possibilità di messaggi cifrati e voti comprati si è passati alla preferenza unica. In questo caso, se non è garantita l'elezione prioritaria del capolista, è probabile che a lui vada la stragrande maggioranza dei voti di preferenza essendo la persona più nota e rappresentativa, mentre la scelta degli altri candidati è residuale, praticamente inesistente. Se invece il capolista è comunque il primo degli eletti, vi è possibilità di una scelta per i seggi rimanenti. Non so quanti si avvalgono con scienza e coscienza del voto di preferenza, ma anche in questo caso credo che la scelta sia fatta da pochi, non molto diversamente dalla scelta fatta dai partiti. Naturalmente si potrebbe tornare a preferenze multiple ed evitare i brogli con altri sistemi.
Come tutti dicono, quella vigente sarà senz'altro una pessima elettorale, ma non può essere tutto soltanto colpa sua, visto che anche in Germania per superare certe situazioni è stato necessario il buon senso dei politici. Altro Paese, altra legge, altri politici.
A quanto so, la diversa formazione del Senato è prevista dalla Costituzione e non mi pare che sia colpa di questa Legge se anzichè accelerare il passaggio da un bicameralismo perfetto a un sistema parlamentare più efficiente si è voluto buttar via quanto fatto in tal senso. Merito di questa legge è invece avere regalato alla maggioranza un numero supplementare di deputati, che le ha permesso non di poter governare ma di arrogarsi il diritto di comportarsi come se rappresentasse la stragrande maggioranza degli italiani, anzi la totalità con le sue beghe interne, come se non esistesse una minoranza da rispettare e ascoltare, per quanto piccola fosse.
E' sicuramente giusto che gli elettori possano scegliere nominativamente i loro rappresentanti, sebbene personalmente non abbia mai indicato preferenze, semplicemente perchè non conoscevo sufficientemente le qualità dei candidati per poterlo fare. Si dice anche che la preferenza serve a non eleggere personaggi negativi, ma in questo caso non indicarne il nome scegliendo un altro o non scegliendo alcuno è pressocchè equivalente. A quanto ricordo le liste sono sempre state formate dai partiti, non so con quali criteri, ma ero e sono convinto che tutti, una volta eletti, si comportano come gli altri e come quelli che li hanno preceduti: da "eletti", da privilegiati ossia, con termine attuale, da casta. Per questo mi limitavo a votare in opposizione a quei partiti i cui programmi erano decisamente in contrasto con le mie idee.
Nel sistema uninominale persona e partito coincidono. Si può scegliere la persona o il partito, ma comunque, in caso di vittoria, viene eletta quella persona. Diversamente con le liste si può avere simpatia per la persona e non per la lista e viceversa, ma votando per la persona si favorisce sicuramente la lista senza alcuna garanzia che in caso di vittoria la persona venga eletta. Per questo non trovo scandaloso che nelle liste siano fissate a priori le graduatorie per l'elezione. Si sceglierà la lista fatta meglio riferendosi alle persone o quella con il programma più consono alle proprie posizioni politiche, confidando che i partiti abbiano voluto e saputo scegliere i migliori per attuarle. Se invece vi è possibilità di indicare più preferenze si può scegliere chi più piace e la graduatoria sarà data dalle preferenze. Per evitare la possibilità di messaggi cifrati e voti comprati si è passati alla preferenza unica. In questo caso, se non è garantita l'elezione prioritaria del capolista, è probabile che a lui vada la stragrande maggioranza dei voti di preferenza essendo la persona più nota e rappresentativa, mentre la scelta degli altri candidati è residuale, praticamente inesistente. Se invece il capolista è comunque il primo degli eletti, vi è possibilità di una scelta per i seggi rimanenti. Non so quanti si avvalgono con scienza e coscienza del voto di preferenza, ma anche in questo caso credo che la scelta sia fatta da pochi, non molto diversamente dalla scelta fatta dai partiti. Naturalmente si potrebbe tornare a preferenze multiple ed evitare i brogli con altri sistemi.
Come tutti dicono, quella vigente sarà senz'altro una pessima elettorale, ma non può essere tutto soltanto colpa sua, visto che anche in Germania per superare certe situazioni è stato necessario il buon senso dei politici. Altro Paese, altra legge, altri politici.
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