martedì 6 giugno 2017

Parametri fissi - RILETTURE

Col tempo alcune cose cambiano, altre no.

Passano gli anni, qualcosa cambia e qualcosa resta immutato: quando i numeri non indicarono più migliaia di lire ma euro, quelli dei prezzi rimasero immutati, quello della pensione si dimezzò. Mentre il mio reddito nominale è aumentato di un 20% ma quello reale è diminuito, i parametri reddituali sono rimasti immutati ma sono divenuti incongrui pur restando iniqui.
Ne prendo due ad esempio: quello sotto il quale nella mia regione sono esentati da tassa sanitaria (ticket) i bambini sotto i 6 e gli anziani sopra i 65 anni di età e quello sopra il quale non si è considerati familiari a carico.
Chiaramente sono stati calcolati in milioni di lire: 70 il primo, 5,5 il secondo, diventati rispettivamente 36151.98 e 2840.51 euro, valori assurdi che li datano al secolo scorso.
Parametri iniqui perché non hanno correttivi che impediscano un reddito reale inferiore con reddito nominale superiore: se questo è 36152 euro non si dovrebbe pagare più di 2 centesimi di ticket, per un familiare con reddito di 2841€ il beneficio dovrebbe essere ridotto di soli 49 centesimi.
I massimali si riferiscono al reddito lordo, ticket e benefici sono netti: anche questo è iniquo e ingannevole.
I 70 milioni di reddito familiare lordo sono 1000 euro netti ciascuno, nel caso di due coniugi.
I 5,5 milioni sono 218 euro mensili, meno del rimborso spese per un giorno a Roma di un senatore.
Nel reddito familiare si sommano i redditi dei coniugi; se un coniuge guadagna più di 218 euro mensili l' altro coniuge non può considerarlo a carico e detrarre le spese per lui sostenute; se uno guadagna meno di 8000 euro annui non ha IRPEF da pagare; se non ha Irpef da pagare non può evidentemente detrarre spese dall' IRPEF; se un coniuge guadagna più di 2840.51 ma meno di 8000 euro né lui nè il coniuge possono detrarre le spese sostenute.
Nel caso di coniugi si considera il reddito familiare per escludere entrambi da benefici, ma le "spese familiari" non si considerano detraibili dal reddito familiare: un ulteriore disincentivo al matrimonio e spregio della Costituzione Italiana (Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.) da molti invocata e difesa solo quando fa comodo.
Parametri incongrui perché se erano congrui dieci anni fa non lo possono essere ora. Accettando gli indici ISTAT, se allora i limiti erano 70 e 5,5 milioni di lire ora dovrebbero essere 44000 o 3500 euro, arrotondando. Se dieci anni fa godeva di alcuni benefici perchè il suo reddito era ben al di sotto dei limiti previsti, se il reddito consisteva e consiste nella sola pensione rivalutata in misura inferiore all'inflazione, se non è cambiata la legge, se il suo tenore di vita è peggiorato una persona non può sapere di non avere più diritto a quei benefici ed essere punito per non avere pensato e verificato quanto subdolo e ingiusto possa essere lo Stato.
Anche se i parametri reddittuali fossero sempre congrui, mi piacciono poco: richiedono burocrazia, rendono più vantaggiose le dichiarazioni menzognere, fanno pagare di più chi più ha pagato. L'imposta progressiva già fa pagare più che proporzianalmente chi ha maggior reddito; se venisse severamente applicata ogni ulteriore discriminazione sarebbe superflua e ingiusta. Non vedo perché una persona che ha pagato tutto il dovuto di imposta debba pagare più degli altri di tassa scolastica, mensa, asilo, eccetera e non essere trattata come tutti gli altri: sarebbe tutto più semplice ed anche più giusto, solo meno demagogico. Chi può spesso non si rivolge alle strutture pubbliche e non paga la tassa, normale o maggiorata: meglio far pagare la giusta imposta a tutti e poi nessuna discriminazione; non si può far pagare il biglietto di entrata solo a chi ha già pagato l'abbonamento.



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