Scritto il 30/01/2010 - Col tempo alcune cose cambiano, altre no
Un
tempo i bambini facevano i capricci, volevano qualcosa solo perché gli
veniva negata e quando la ottenevano non sapevano che farsene, non gli
interessava più. Molti bimbi italiani non hanno più modo di desiderare
qualcosa, l'hanno prima. Gli adulti invece possono ancora pretendere
quello che gli viene rifiutato, rifiutandolo se gli è permesso.
Un
uomo e una donna che possono unirsi in matrimonio non lo fanno; due
persone dello stesso sesso che non lo possono, lo pretendono. Forse se
lo potessero lo rifiuterebbero.
Fatico a capire entrambi i comportamenti.
Il
matrimonio è pur sempre fondamento della famiglia, come dice la nostra
Costituzione, troppo spesso invocata o ignorata secondo opportunità. Una
famiglia presuppone almeno la possibilità di figli e i figli umani non
sono come quelli dei pesci, non sono in grado di sopravvivere senza cure
parentali, hanno bisogno degli adulti per molto tempo, possibilmente di
una famiglia stabile. L'unione di un uomo e una donna può essere per
interesse, per diletto, per procreare, per crescere figli, per tutto
questo, per un capriccio passeggero, per un impegno duraturo. Se si
pensa ad un duraturo impegno reciproco e a figli si dovrebbe pensare al
matrimonio.
Si può fare anche senza, ma sarebbe come guidare l'auto
(magari benissimo) senza patente, senza un documento che certifica la
capacità di farlo.
Al contrario, una coppia dello stesso sesso non
può generare figli propri e cadono tutti i presupposti di famiglia e di
matrimonio. Parificare l'unione omosessuale al matrimonio sarebbe come
dare la patente di guida a chi non sa e non saprà mai guidare, che si
compra l'auto solo per godimento estetico. Proprietà dell'auto e patente
di guida sono cose diverse; matrimonio e convivenza omosessuale pure
A
volte penso che si voglia il matrimonio per poter divorziare, il lavoro
per poter scioperare o (come quel tale della storiella) la zappa non
per zappare ma per potervisi appoggiare.
Scritto il 30/01/2010
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