lunedì 13 novembre 2017

Chi può non vuole, chi vuole non può.- RILETTURE

Scritto il 30/01/2010 - Col tempo alcune cose cambiano, altre no

Un tempo i bambini facevano i capricci, volevano qualcosa solo perché gli veniva negata e quando la ottenevano non sapevano che farsene, non gli interessava più. Molti bimbi italiani non hanno più modo di desiderare qualcosa, l'hanno prima. Gli adulti invece possono ancora pretendere quello che gli viene rifiutato, rifiutandolo se gli è permesso.
Un uomo e una donna che possono unirsi in matrimonio non lo fanno; due persone dello stesso sesso che non lo possono, lo pretendono. Forse se lo potessero lo rifiuterebbero.
Fatico a capire entrambi i comportamenti.
Il matrimonio è pur sempre fondamento della famiglia, come dice la nostra Costituzione, troppo spesso invocata o ignorata secondo opportunità. Una famiglia presuppone almeno la possibilità di figli e i figli umani non sono come quelli dei pesci, non sono in grado di sopravvivere senza cure parentali, hanno bisogno degli adulti per molto tempo, possibilmente di una famiglia stabile. L'unione di un uomo e una donna può essere per interesse, per diletto, per procreare, per crescere figli, per tutto questo, per un capriccio passeggero, per un impegno duraturo. Se si pensa ad un duraturo impegno reciproco e a figli si dovrebbe pensare al matrimonio.
Si può fare anche senza, ma sarebbe come guidare l'auto (magari benissimo) senza patente, senza un documento che certifica la capacità di farlo.
Al contrario, una coppia dello stesso sesso non può generare figli propri e cadono tutti i presupposti di famiglia e di matrimonio. Parificare l'unione omosessuale al matrimonio sarebbe come dare la patente di guida a chi non sa e non saprà mai guidare, che si compra l'auto solo per godimento estetico. Proprietà dell'auto e patente di guida sono cose diverse; matrimonio e convivenza omosessuale pure
A volte penso che si voglia il matrimonio per poter divorziare, il lavoro per poter scioperare o (come quel tale della storiella) la zappa non per zappare ma per potervisi appoggiare.

Scritto il 30/01/2010


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