Il Giornale di Vicenza Clic
sabato 10 novembre 2012 – LETTERE – Pagina 70
«Scuola, se non vi piace il lavoro lasciatelo a noi»
Desidero rispondere alla lettera aperta della signora
Brillante, in cui viene apertamente criticato la poca comprensione che
si ha verso il mestiere degli insegnanti. Ho 26 anni, laureata quattro
anni fa in Statistica a Padova, quindi credo di poter dire di essere
uscita dall´ambiente scolastico da un tempo abbastanza ragionevole per
poter fare alcune considerazioni attuali basate anche sulla mia
esperienza. Sono d´accordo che la scuola è spesso dotata di materiali
didattici scadenti e obsoleti: basti pensare al classico esempio delle
cartine geografiche così vecchie da non poter neppure essere considerate
valide. Sono anche d´accordo che per fortuna ci sono insegnanti validi,
che svolgono il loro lavoro con passione e riescono non solo a
insegnare la materia ma anche a trasmettere dei valori importanti agli
alunni.
Mi permetto di far notare che tuttavia ci sono anche molti insegnanti, più di quanti si ammetta, la cui preparazione, l´impegno e la passione sono scadenti, molto scadenti, tanto che ci si chiede per quale motivo abbiano scelto questa professione. Insegnanti che spesso una scuola è costretta a portarsi avanti comunque, perché spesso l´unica cosa che i genitori riescono a ottenere con le loro proteste è di sballottarli ogni anno da una sezione all´altra per ridurre i danni. Certo, mi verrà fatto notare che in ogni ambiente di lavoro ci sono persone poco competenti e volenterose, e sono certamente d´accordo. Ma se un dipendente di un´azienda non svolge il suo lavoro, dubito abbia il privilegio di essere sballottato continuamente da un ufficio all´altro: dopo un periodo di tempo direi breve si vedrà consegnare la lettera di licenziamento.
Sono anche d´accordo sul far valutare e controllare da un ufficio esterno il tempo di valutazione per ogni compito da correggere: così magari finalmente si capirà perché qualcuno ci mette una settimana e qualcuno più di un mese a portarli in classe, indipendentemente dal periodo in cui ci si trova.
Come impiegata, porto a casa a fine mese circa 1.100 euro, lavorando 40 ore a settimana. Partecipo a corsi di aggiornamento che talvolta si svolgono anche il sabato, le ferie generalmente previste sono un paio di settimane ad agosto, un altro paio per le feste natalizie, alcuni giorni a Pasqua e alcuni giorni sparsi durante l´anno, sempre che non cadano di sabato o domenica. Non ho un salottino dove fare la pausa caffè durante l´orario di lavoro o riposarmi, ma una macchinetta davanti alla quale fermarmi qualche minuto per un paio di volte al giorno dove mi compro con i miei soldi il caffè, quindi niente bevande gratuite. Non ho uno studio personale, ma condivido l´ufficio con altri colleghi e tutti lavoriamo su una comune scrivania con un computer che non possiede per forza i programmi più aggiornati del mercato.
Difficilmente si può pretendere di fare il proprio lavoro in modo sempre uguale! , di non auto aggiornarsi, perché soprattutto con questa crisi chi si permette il lusso di non adeguarsi ai cambiamenti di ogni giorno rischia di restare indietro e di essere tagliato fuori.
Infine, da donna non sottovaluterei l´opportunità di avere un orario flessibile e potermi portare il lavoro a casa, così da poter decidere in quali ore svolgerlo e in quali altre poter stare con i propri figli. Polemica a parte, vorrei far notare che come tutti i lavori anche quello dell´insegnante è un mestiere con i suoi pro e i suoi contro. Mi dispiace che i trasporti pubblici siano così scadenti, ma sono gli stessi per tutta Italia: non tutti hanno una mensa , una cucina o una stanza sul posto di lavoro, molti si ritrovano a mangiare un panino su una panchina aspettando di rientrare al pomeriggio.
In generale, è troppo comodo lamentarsi e sputare continuamente nel piatto dove si mangia: oserei dire che è anche poco rispettoso per i molti che al giorno d'oggi un lavoro non ce l´hanno. Se il lavoro che si ha è così deludente e ingrato, bisogna avere anche l´onestà e il coraggio di cambiare, quantomeno per dare l´opportunità di provare a chi sta aspettando un´occasione per dimostrare quanto vale.
Eleonora Bellorio
Mi permetto di far notare che tuttavia ci sono anche molti insegnanti, più di quanti si ammetta, la cui preparazione, l´impegno e la passione sono scadenti, molto scadenti, tanto che ci si chiede per quale motivo abbiano scelto questa professione. Insegnanti che spesso una scuola è costretta a portarsi avanti comunque, perché spesso l´unica cosa che i genitori riescono a ottenere con le loro proteste è di sballottarli ogni anno da una sezione all´altra per ridurre i danni. Certo, mi verrà fatto notare che in ogni ambiente di lavoro ci sono persone poco competenti e volenterose, e sono certamente d´accordo. Ma se un dipendente di un´azienda non svolge il suo lavoro, dubito abbia il privilegio di essere sballottato continuamente da un ufficio all´altro: dopo un periodo di tempo direi breve si vedrà consegnare la lettera di licenziamento.
Sono anche d´accordo sul far valutare e controllare da un ufficio esterno il tempo di valutazione per ogni compito da correggere: così magari finalmente si capirà perché qualcuno ci mette una settimana e qualcuno più di un mese a portarli in classe, indipendentemente dal periodo in cui ci si trova.
Come impiegata, porto a casa a fine mese circa 1.100 euro, lavorando 40 ore a settimana. Partecipo a corsi di aggiornamento che talvolta si svolgono anche il sabato, le ferie generalmente previste sono un paio di settimane ad agosto, un altro paio per le feste natalizie, alcuni giorni a Pasqua e alcuni giorni sparsi durante l´anno, sempre che non cadano di sabato o domenica. Non ho un salottino dove fare la pausa caffè durante l´orario di lavoro o riposarmi, ma una macchinetta davanti alla quale fermarmi qualche minuto per un paio di volte al giorno dove mi compro con i miei soldi il caffè, quindi niente bevande gratuite. Non ho uno studio personale, ma condivido l´ufficio con altri colleghi e tutti lavoriamo su una comune scrivania con un computer che non possiede per forza i programmi più aggiornati del mercato.
Difficilmente si può pretendere di fare il proprio lavoro in modo sempre uguale! , di non auto aggiornarsi, perché soprattutto con questa crisi chi si permette il lusso di non adeguarsi ai cambiamenti di ogni giorno rischia di restare indietro e di essere tagliato fuori.
Infine, da donna non sottovaluterei l´opportunità di avere un orario flessibile e potermi portare il lavoro a casa, così da poter decidere in quali ore svolgerlo e in quali altre poter stare con i propri figli. Polemica a parte, vorrei far notare che come tutti i lavori anche quello dell´insegnante è un mestiere con i suoi pro e i suoi contro. Mi dispiace che i trasporti pubblici siano così scadenti, ma sono gli stessi per tutta Italia: non tutti hanno una mensa , una cucina o una stanza sul posto di lavoro, molti si ritrovano a mangiare un panino su una panchina aspettando di rientrare al pomeriggio.
In generale, è troppo comodo lamentarsi e sputare continuamente nel piatto dove si mangia: oserei dire che è anche poco rispettoso per i molti che al giorno d'oggi un lavoro non ce l´hanno. Se il lavoro che si ha è così deludente e ingrato, bisogna avere anche l´onestà e il coraggio di cambiare, quantomeno per dare l´opportunità di provare a chi sta aspettando un´occasione per dimostrare quanto vale.
Eleonora Bellorio
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