domenica 1 giugno 2014

Criteri di progressività

RILETTURE 

Col  tempo alcune cose cambiano, altre no

Ogni qual volta devo dichiarare il "reddito lordo famigliare" lo faccio con apprensione, temendo di incorrere in qualche errore, involontario ma sanzionabile da un sistema che premia i furbi e penalizza gli ingenuamente onesti, e di superare senza accorgermi i limiti previsti.
Molti anni fa ritenevo 70 milioni di lire una cifra del tutto irraggiungibile, ma col passare del tempo, mentre il tenore di vita diminuiva, l'importo delle nostre pensioni aumentava avvicinandoci sempre più agli equivalenti 36151,98 euro. Non credo che gli aumenti della pensione siano tali da pareggiare l'inflazione, ma prima o poi ci faranno superare la soglia oltre la quale si veniva (a ragione?) e si viene (a torto) considerati ricchi. I limiti sono iniqui se comportano grosse disparità di trattamento con minime differenze di reddito, se non sono aggiornati al valore corrente, se non considerano l'effetto delle imposte sul netto spendibile, se si riferiscono alla somma dei redditi senza tenere conto della somma delle spese. Anche se fossero stati equi, i limiti fissati nel secolo scorso non possono esserlo ora: dopo 15 anni con inflazione all'1%, 2% o 3% dovrebbero essere rivalutati del 16%, 35% o 55%. Ma i nostri governanti, sempre pronti ad adeguare le loro indennità all'aumentato costo della vita, non si sognano nemmeno di rivederli.
E' vero che la costituzione recita "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.", ma io pensavo che la progressività fosse in relazione con l'aumento del reddito e non con il semplice passare del tempo, credevo che la tassazione dovesse aumentare con la capacità contributiva e non col numero degli anni.


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