domenica 6 dicembre 2020

CORRETTORE


Una lunga storia.

Non posso accettare che un limite di reddito calcolato nel 1993 sia considerato valido nel 2020: o era sbagliato allora o è sbagliato ora.

Non posso accettare che due persone legalmente sposate siano penalizzate rispetto a una pessona singola o a due non sposate.

Lo scrivo inutilmente da anni.


2007

Reddito, imposte, tasse


Se non ho capito male, il limite di reddito familiare sotto il quale le persone di età superiore ai 65 anni possono beneficiare delle esenzioni dalle tasse sulla salute (ticket) è rimasto di 70 milioni di lire, ossia 36152 euro.

Si può discutere se sia giusto creare un confine tra chi deve pagare e chi no, sulla congruità del limite, sulla equità di trattamenti molto diversi con differenze minime di reddito, sul fatto che si riferisca a reddito familiare anche quando non si ricomoscono detrazioni familiari, se debba esistere o no una tassa sulla salute e su molto altro ancora.

Se si ritiene che lo Stato debba farsi carico della salute dei cittadini allora tutti dovrebbero beneficiare dello stesso trattamento, concorrendo ognuno col pagamento delle imposte in ragione del proprio reddito. Se il servizio fosse gratuito, le risorse destinate alla riscossione delle tasse (ticket) potrebbero invece essere utilizzate per far pagare a tutti imposte eque e necessarie.

Forse è giusto far pagare una tassa per evitare abusi, ma se è pagata uniformemente grava in misura decrescente col crescere del reddito e in ogni caso per nulla su chi ha un reddito che gli permette di non usare la sanità pubblica.

Anche ammettendo la necessità di un limite discriminante non vedo con quale criterio possa essere fissata la sua congruità. Sarebbe equo solo se consentisse a chi ha un reddito lordo di poco superiore lo stesso reddito netto di chi lo ha inferiore: se con 100 di lordo ho 90 di netto non è equo che con 101 abbia 80. Comunque, un importo giusto ed equo in un certo momento difficilmente lo è altrettanto un anno o dieci anni dopo.


Riferirsi poi alla somma dei redditi dei coniugi e non concedere a uno dei due le detrazioni non usufruibili per incapienza dall'altro, considerandoli famiglia quando è a loro danno e individui quando sarebbe a loro vantaggio, è perlomeno incoerente.

Ritornando al limite di reddito, constato semplicemente che è rimasto quello ante euro quando tutti dicono che non si può vivere come allora con un reddito rimasto quello di allora e se era giusto prima è sbagliato adesso e viceversa. In altre parole, più si diventa poveri più il fisco ci considera ricchi, anche quando si impoverisce per maggiori imposte e tasse.

Si è fatto l'adeguamento della tassa RAI, delle sanzioni pecuniarie, del bollo, di mille altre imposte e tasse e di qualsiasi altra cosa che porti soldi allo stato ma non i limiti che ne smorzano la voracità. Chi aveva 1000 lire al mese negli anni ' 30 era un ricco, se i limiti in questione fossero stati fissati allora probabilmente oggi pagherebbero il ticket tutti quelli che al mese guadagnano l'equivalente in euro, circa 50 centesimi.

Scritto il 11/01/2007


2008

Per incominciare


Nell'attesa che vengano mantenute le grandi promesse fatte in campagna elettorale mi accontenterei di piccole cose. Per esempio, visto che tutti riconoscono l'impossibilità di vivere come ai tempi della lira con l'equivalente in euro del reddito lordo di allora, che fossero adeguati i limiti di reddito per benefici santari e fiscali fissati nel secolo scorso.

Chi vuole agevolare la famiglia potrebbe intanto far sì che non venga penalizzata da norme tipo quella che per l'esenzione da tasse sanitarie (tiket) prevede un reddito lordo pro-capite non superariore a 36151,99 euro per singoli e unioni di fatto, 18076 euro per una coppia sposata e 9038 euro se questa ha due figli minori.

Col tempo si potrebbe anche pensare a consentire di votare e avere assistanza medica generica senza complicazioni burocratiche a chi si trova fuori dal proprio comune di residenza e magari stabilire che l'adeguamento dello stipendio del Presidente della Corte di Cassazione avviene solo se è possibile pari aumento percentuale di tutti gli importi previsti dalla legge, non solo dello stipendio di deputati e senatori ma anche quello delle pensioni minime, dei limiti di reddito fiscali, delle sanzioni amministrative.

Scritto 28/03/2008


E' giusto


E' giusto il motto "pagare tutti le tasse per pagare di meno", ma tutti dovrebbero poi godere degli stessi diritti e non pagare di più per avere di meno.

Se Tizio dichiara il doppio del reddito di Caio non solo paga più del doppio d'imposta, ma non può nemmeno godere degli stessi servizi.

Vi sono infatti limiti di reddito superando i quali cessano diritti o nascono doveri; questi limiti sono quasi sempre sorpassati, non tengono conto della reale capacità contributiva, aumentano la burocrazia complicando la vita ai cittadini, creano grandi differenze di trattamento per minime differenze di reddito, sono sostanzialmente iniqui.

Per esempio, nelle regioni che conosco si è esenti da tasse sanitarie (ticket) se il "reddito familiare" lordo annuo non supera 36151.98 euro.

La precisione di questo importo già ne denuncia la vetusta origine: 70 milioni tondi di lire. Un importo che se era congruo quando fu calcolato non lo può essere oggi, con potere d'acquisto falcidiato da tasse e inflazione; un limite evidentemente sorpassato, che toglie benefici a chi con l'aumento del reddito lordo ha avuto un peggioramento del tenore di vita.

Se ho ben capito, dividendo l'importo per il numero dei familiari il limite pro-capite rimane 36151.98 euro per singoli o coppie non sposate, scende a 18075 per una famiglia di 2 persone, a 12050 per una di3, a 9038 per una di 4 e così via: non tiene conto della reale capacità contributiva.

Basta percepire un euro in più per finire col poter disporre di meno denaro: crea disparità di trattamento ed è pertanto iniquo.

Prescindendo da quanto sopra, far pagare tasse aggiuntive per beneficiare del servizio sanitario nazionale può mirare ad evitare abusi e a contenere i costi. Per ottenere questo l'esenzioni dovrebbero essere limitate a casi particolari.

Porre limiti reddituali che consentono l'esenzione a gran parte della popolazione è demagogico e serve poco allo scopo quando sono pochi coloro che dichiarano redditi superiori, anche se tutti costoro volessero beneficiare del servizio sanitario nazionale.

Meglio non porre limiti e adeguare le imposte.

Scritto il 26/03/2008


Discriminazione


In questo Stato (che alcuni dicono condizionato della Chiesa Cattolica) le "coppie di fatto" sono ingiustamente discriminate.

Nelle Regioni che conosco, per potere essere esenti da tasse sulla salute (ticket) si deve avere un reddito familiare lordo non superiore a 36151.98 euro. Già l'importo preciso al centesimo denuncia la sua arcaicità, il suo riferimento al molto più tondo 70 milioni di lire. Una cifra considerevole quando è stata calcolata, ma che rimanendo immutata nei secoli finirà per essere superata anche dalle famiglie che, come si dice, non arrivano alla quarta settimana; un modo per mimetizzare l'aumeto di tasse.

Naturalmente se il reddito familiare è di 36151.99 euro si dovrà invece pagare, con tanti saluti all'equità. Si dirà che un limite si deve pure mettere, ma con le possibilità offerte dall'informatica non sarebbe difficile fare in modo che chi guadagna un solo centesimo in più non finisca con disporre di molti euro in meno.

Personalmente penso che sarebbe meglio non esistessero limiti a danno di chi paga più imposte: incentivano l'evasione, premiano i furbi e sono iniqui. Se tutti concorrono alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, non capisco perché tutti non possano benificiarne allo stesso modo se non per demagogia.

Si fa riferimento al reddito familiare, cioè quello che si ottiene sommando al proprio reddito quello del coniuge e dei familiari considerati a carico avendo un reddito inferiore a 2840.51 euro (5,5 milioni del secolo scorso), col risultato, se non sbaglio, che per una famiglia composta di padre, madre e due figli minori vi è diritto all'esenzione se il reddito annuo medio pro capite non supera 9038 euro, mentre sale a 18076 per una coppia regolarmente sposata e a 36151.98 per un singolo o una coppia di fatto.

Evidentemente le coppie di fatto sono discriminate, a danno di quelle legalmente sposate e delle famiglie.

Scritto il 31/01/2008


Criteri di progressività


Ogni qual volta devo dichiarare il "reddito lordo familiare" lo faccio con apprensione, temendo di incorrere in qualche errore, involontario ma sanzionabile da un sistema che premia i furbi e penalizza gli ingenuamente onesti, e di superare senza accorgermi i limiti previsti.

Molti anni fa ritenevo 70 milioni di lire una cifra del tutto irraggiungibile, ma col passare del tempo, mentre il tenore di vita diminuiva, l'importo delle nostre pensioni aumentava avvicinandoci sempre più agli equivalenti 36151,98 euro.

Non credo che gli aumenti della pensione siano tali da pareggiare l'inflazione, ma prima o poi ci faranno superare la soglia oltre la quale si veniva (a ragione?) e si viene (a torto) considerati ricchi. I limiti sono iniqui se comportano grosse disparità di trattamento con minime differenze di reddito, se non sono aggiornati al valore corrente, se non considerano l'effetto delle imposte sul netto spendibile, se si riferiscono alla somma dei redditi senza tenere conto della somma delle spese. Anche se fossero stati equi, i limiti fissati nel secolo scorso non possono esserlo ora: dopo 15 anni con inflazione all'1%, 2% o 3% dovrebbero essere rivalutati del 16%, 35% o 55%. Ma i nostri governanti, sempre pronti ad adeguare le loro indennità all'aumentato costo della vita, non si sognano nemmeno di rivederli.

E' vero che la Costituzione recita "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.", ma io pensavo che la progressività fosse in relazione con l'aumento del reddito e non con il semplice passare del tempo, credevo che la tassazione dovesse aumentare con la capacità contributiva e non col numero degli anni.

Scritto il 23/06/2008

#mp37varie – Tassa sulla Salute

2009

Famiglie


Per l'esenzione dalle tasse sanitarie (ticket) si fa riferimento al reddito familiare e non è semplicissimo sapere cosa sia.

L'Asl2 Savonese dice:

"Per reddito familiare si intende il reddito imponibile IRPEF dichiarato l'anno precedente da tutti i componenti il nucleo familiare (fiscale)".

Cosa sia il nucleo familiare fiscale non è detto, cercando altrove trovo:

"Circolare della DRS prot. n.8407/SPS/Amm/Pcsam dd. 13/04/05 13/05/05.

“NUCLEO FAMILIARE”

Per l’individuazione del nucleo familiare, ai fini della dichiarazione di esenzione dal pagamento del ticket per età/reddito, viene preso in considerazione il criterio fiscale e non quello anagrafico......Il coniuge ed i figli possono anche non convivere con il dichiarante e risiedere altrove."

Naturalmente se si va a prenotare una prestazione sanitaria e ti chiedono di firmare sui due piedi la dichiarazione sul "reddito familiare" nessuno ti spiega quale sia, forse perché nessuno lo sa.

In pratica per beneficiare delle esenzione dai ticket le persone sposate devono godere della metà del reddito goduto da quelle non sposate.

Per loro non vale la Costituzione che recita:

"Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."


Tasse sanitarie

(in italiano dette Ticket)


Il limite di redditi lordo per godere delle esenzioni è immutato dai tempi della lira: e lo stipendio dei politici pure?

Troppo ricchi

Quando ha avuto l'età per beneficiare dell'esenzione dal ticket il loro reddito familiare era ben al disotto del massimo consentito. Da allora lui e la moglie continuano ad avere come unica entrata la loro pensione, ma stanno per superare quel limite: forse le pensioni sono state rivalutate troppo e sono diventati ricchi, forse.

(E non possono farci niente, aumenteranno le pensioni, diverranno più poveri e avranno meno soldi: se superano il limite di 100 e spendono 1000 di sanità si troveranno con 900 in meno)

Scritto il 20/12/2009


Ticket


Leggendo sul Giornale di Vicenza l'articolo "Ticket, truffa all'Ulss? Il processo è da rifare" ho ripensato a quello che segnalo da anni. Giusta o iniqua che sia c'è una tassa sulla salute, un contributo da pagare per le prestazioni del Servizio Sanitario detto (chissà perché) ticket, con relative esenzioni collegate al reddito.

È opinione corrente che molti non dichiarino il reddito reale, così di fatto spesso non si favoriscono i meno abbienti ma i più furbi mentre i ricchi onesti il più delle volte non si avvalgono del servizio sanitario pubblico e non pagano ticket. Meglio sarebbe - a mio parere - non mettere tasse, far pagare le giuste necessarie imposte, punire chi non le paga e chi abusa del Servizio Sanitario.

Ma ammesso che sia giusto pagare la tassa e giusto collegare l'esenzioni al reddito, resta un'ingiustizia palese: il limite di reddito fissato.

Questo non è 36 mila euro come scritto nell'articolo, ma 36151,98 euro. Il che dimostra evidentemente che tale importo è stato stabilito prima dell'euro e corrisponde a 70 milioni delle vecchie lire, tondi tondi.

D'allora ne è passato del tempo: quello che pagavo 1000 lire ora pago 2 euro; politici, magistrati e tutti coloro che hanno potuto si sono adeguati il reddito, perfino la mia pensione è aumentata del 20% e sono certo che è aumentata meno del costo della vita.

Ma il limite di reddito familiare per beneficiare dell' esenzione dal ticket è tuttora fermo ai 70 milioni di lire lordi annui, cioè 36151,98 euro.

Così mentre si è generosi con chiunque voglia curarsi in Italia purchè straniero e non lavori regolarmente non si trovano fondi per adeguare quel limite di reddito che se era equo dieci anni fa non lo può essere ora e viceversa.

Una coppia di pensionati ogni anno deve verificare che l' aumento inadeguato delle loro pensioni non le abbia portate a livello tale da superare il limite, un tempo ritenuto irraggiungibile ma sempre più vicino: più diventano poveri e più sono considerati ricchi indegni dell'esenzione.

Sempre ammettendo che sia giusto porre un limite è ingiusto non usare criteri di gradualità: non dovrebbe verificarsi il caso che se uno ha un reddito superiore al limite finisca con averlo più basso. Una persona che guadagni 36152 euro lordi non è più ricca di una che guadagna 2 centesimi in meno e non dovrebbe pagare più di 2 centesimi di ticket.

Altra peculiarità - se non sbaglio - sta nel fatto che il limite è quello sia che si tratti di famiglia di una, due o cinque persone: mentre una persona con 36 mila euro può star bene, altrettanto bene non sta se con quella somma devono vivere in due e meno ancora se in cinque.

Con strana coerenza, mentre si deve sempre sommare al proprio il reddito del coniuge per stabilire il reddito familiare non è sempre detto che si possano sommare alle proprie le spese sostenute per il coniuge, nemmeno quando questi ha un reddito insufficiente per operare detrazioni fiscali. Naturalmente - in barba alla Costituzione - una coppia di fatto ha il limite di reddito che è il doppio di una coppia sposata. Non so se quei signori dell'articolo siano truffatori, ma so che sul prospetto che ti danno da firmare non è precisato come si debba calcolare il reddito, so che ho chiesto precisazioni anche alla mia Regione senza avere risposta ed ho dovuto cercarle in Internet.

Nel dubbio si dovrebbe rinunciare ai propri diritti, perché non vale "in dubio pro reo" ma "in dubio pro eo (Stato, Fisco)": se hai torto paghi tu, se hai ragione paghiamo tutti.

Scritto il 04/12/2009


Parametri fissi


Passano gli anni, qualcosa cambia e qualcosa resta immutato: quando i numeri non indicarono più migliaia di lire ma euro, quelli dei prezzi rimasero immutati, quello della pensione si dimezzò. Mentre il mio reddito nominale è aumentato di un 20% ma quello reale è diminuito, i parametri reddituali sono rimasti immutati ma sono divenuti incongrui pur restando iniqui.

Ne prendo due ad esempio: quello sotto il quale nella mia regione sono esentati da tassa sanitaria (ticket) i bambini sotto i 6 e gli anziani sopra i 65 anni di età e quello sopra il quale non si è considerati familiari a carico.

Chiaramente sono stati calcolati in milioni di lire: 70 il primo, 5,5 il secondo, diventati rispettivamente 36151.98 e 2840.51 euro, valori assurdi che li datano al secolo scorso.

Parametri iniqui perché non hanno correttivi che impediscano un reddito reale inferiore con reddito nominale superiore: se questo è 36152 euro non si dovrebbe pagare più di 2 centesimi di ticket, per un familiare con reddito di 2841 € il beneficio dovrebbe essere ridotto di soli 49 centesimi.

I massimali si riferiscono al reddito lordo, ticket e benefici sono netti: anche questo è iniquo e ingannevole.

I 70 milioni di reddito familiare lordo sono 1000 euro netti ciascuno, nel caso di due coniugi.

I 5,5 milioni sono 218 euro mensili, meno del rimborso spese per un giorno a Roma di un senatore.

Nel reddito familiare si sommano i redditi dei coniugi; se un coniuge guadagna più di 218 euro mensili l' altro coniuge non può considerarlo a carico e detrarre le spese per lui sostenute; se uno guadagna meno di 8000 euro annui non ha IRPEF da pagare; se non ha Irpef da pagare non può evidentemente detrarre spese dall' IRPEF; se un coniuge guadagna più di 2840.51 ma meno di 8000 euro né lui nè il coniuge possono detrarre le spese sostenute.

Nel caso di coniugi si considera il reddito familiare per escludere entrambi da benefici, ma le "spese familiari" non si considerano detraibili dal reddito familiare: un ulteriore disincentivo al matrimonio e spregio della Costituzione Italiana (Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.) da molti invocata e difesa solo quando fa comodo.

Parametri incongrui perché se erano congrui dieci anni fa non lo possono essere ora. Accettando gli indici ISTAT, se allora i limiti erano 70 e 5,5 milioni di lire ora dovrebbero essere 44000 o 3500 euro, arrotondando. Se dieci anni fa godeva di alcuni benefici perché il suo reddito era ben al di sotto dei limiti previsti, se il reddito consisteva e consiste nella sola pensione rivalutata in misura inferiore all'inflazione, se non è cambiata la legge, se il suo tenore di vita è peggiorato una persona non può sapere di non avere più diritto a quei benefici ed essere punito per non avere pensato e verificato quanto subdolo e ingiusto possa essere lo Stato.

Anche se i parametri reddituali fossero sempre congrui, mi piacciono poco: richiedono burocrazia, rendono più vantaggiose le dichiarazioni menzognere, fanno pagare di più chi più ha pagato. L'imposta progressiva già fa pagare più che proporzionalmente chi ha maggior reddito; se venisse severamente applicata ogni ulteriore discriminazione sarebbe superflua e ingiusta. Non vedo perché una persona che ha pagato tutto il dovuto di imposta debba pagare più degli altri di tassa scolastica, mensa, asilo, eccetera e non essere trattata come tutti gli altri: sarebbe tutto più semplice ed anche più giusto, solo meno demagogico.

Chi può spesso non si rivolge alle strutture pubbliche e non paga la tassa, normale o maggiorata: meglio far pagare la giusta imposta a tutti e poi nessuna discriminazione; non si può far pagare il biglietto di entrata solo a chi ha già pagato l'abbonamento.

Scritto il 07/04/2009

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